Archivio delle opere
dal 1973 a cura di
Daniela Cristadoro

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“2!” Variazioni Continue

Come nel dittico I Dioscuri, ma anche in NOWARBabelLimen, in questo ciclo di affreschi riportati su tela accomunati da un unico titolo, 2!” Variazioni Continue, ci troviamo di fronte a corpi umani colti nell’istante in cui compiono un’azione. Un’azione che si presta a diverse letture. Chi guarda viene personalmente coinvolto in questo processo interpretativo. Corpi travolti dal desiderio o nel pieno di un conflitto?
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“2!” Variazioni Continue.
Variazione n.1
,
veduta dello studio dell’artista, 2024

(nella foto si può notare anche Corpi celesti IV)

“2!” Variazioni continue.
Variazione n.1,
2 affreschi riportati su tela, cm. 90 x 100 cad. 2024

“2!” Variazioni Continue.
Variazione n.1,
5 affreschi riportati su tela, cm. 90 x 100 cad. 2024

Come accade nel dittico I Dioscuri, la lastra di ferro cui alcuni di questi affreschi sono accostati è una soglia, un ostacolo da superare. In tutte queste opere i corpi sono apparizioni fugaci, affiorano dallo spazio un attimo prima di scomparire. La sottigliezza del segno graffito sulla tela, come accadeva con i corpi in tondo di ferro in NOWARBabelLimen, suggerisce la fragilità, la precarietà della condizione umana. “2!” Variazioni Continue indica una relazione primigenia: si tratta di archetipi, l’uno non ha senso senza l’altro, stanno l’uno di fronte all’altro. Giocano, sembrano in relazione d’amorosi sensi, poi lottano, poi volano assieme, precipitano, insomma sono opposti che, proprio per questo, non possono fare a meno l’uno all’altro.

“2!” Variazioni Continue.
Variazione n.2,
affresco riportato su tela e ferro, cm. 136 x 100, 2024

“2!” Variazioni Continue.
Variazione n.3,
affresco riportato su tela e ferro, cm. 110 x 100, 2024

“2!” Variazioni Continue.
Variazione n.4,
affresco riportato su tela e ferro, cm. 120 x 100, 2024

“ In alcune mie opere – come queste del ciclo “2!” faccio uso della mano sinistra ogni qual volta sento il bisogno di maggiore libertà. A differenza della destra, che è più abituata ad eseguire gli ordini della mente, la mano sinistra, quanto meno la mia, è anarchica, imprevedibile, in contatto più diretto con l’inconscio. Affido alla mano destra lavori che richiedono tempo, costanza e appunto ‘destrezza’. La sinistra invece è ‘maldestra’, rapida, inaffidabile. Quello che di lei più mi piace è che s’arrischia. So di non poter esercitare su di essa un vero controllo: i segni che traccia dipendono relativamente dalla mia volontà, è come se registrassero moti più profondi dell’anima, li ritengo ‘miei’ fino ad un certo punto, vengono da un mondo che non conosco se non in superficie e che mi attrae proprio per questo”. Così l’artista a proposito di questo suo ciclo di opere.